Calcio

Il DPCM salva, per ora, i Dilettanti. Ma siamo sicuri che si possa andare avanti? La paura ora è la quarantena

Che quella che stiamo vivendo quest’anno sarebbe stata una stagione altamente difficile lo sapevamo. Forse quello che non sapevamo, o che non abbiamo provato ad immaginare è che le difficoltà si sarebbero palesate così presto. Dando un rapido sguardo solamente all’ultimo weekend solo a livello Regionale sono 16 le gare rinviate d’ufficio dopo la pubblicazione del piano gare del giovedì (un numero questo semplicemente indicativo che non tiene in considerazione tutti i rinvii nei campionati di competenza provinciale). Dunque ad oggi la situazione non è grave, forse sarebbe meglio dire complicata.

Le voci su un possibile stop si sono rincorse in questi giorni e, per il momento, con l’ultimo DPCM i campionati Dilettanti sono salvi. Ma la vera domanda che adesso ci si pone è: salvi da cosa? Visto i recenti sviluppi della situazione attuale ciò che realmente spaventa non è tanto il virus in sé quanto più tutto quello che gli sta dietro: quarantena, lavoro e via dicendo. Dunque adesso ci si chiede quanto si potrà andare avanti? Ma soprattutto chi andrà avanti?

Ciò che è emerso dalle ultime vicende è che non ha troppa importanza se un atleta risulti positivo o meno: se è stato a contatto con qualcuno di positivo e malgrado i tamponi – giusto sottolineare il plurale – risultano continuamente negativi le misure di precauzione e contenimento vengono comunque attuate. Questo è un problema che nasce senza che nessuno abbia colpa. Infatti il protocollo, seppur stringente, non può essere semplificato. Per Noi Dilettanti non si può usare lo stesso metro di giudizio e paragone dei Professionisti. Paradossalmente i problemi maggiori provengono proprio dal mondo delle Prime Squadre dove i giocatori sono prima di tutto padri di famiglia e lavoratori. Nelle giovanili, tra lezioni in frequenza e online, la quarantena è aggirabile (seppur sempre complicata), discorso completamente diverso è quello che riguarda i lavoratori dove la quarantena diventa un vero e proprio problema.

Dunque ad oggi il vero problema si chiama protocollo che è stato stilato in modo chiaro e soprattutto fattibile (e va aggiunto che le società si stanno impegnando per farlo rispettare scrupolosamente) per cercare di ritornare alla normalità. Si poteva supporre cosa sarebbe successo, ma con il senno di poi è sempre facile parlare. Non è di certo colpa della Federazione o del CRL. Loro hanno fatto ciò che dovevano fare, vero qualche decisione presa ha fatto un po’ storcere il naso, su tutte la Coppa Italia, ma pensare che eliminando la Coppa Italia si risolva il problema è come nascondere la polvere sotto il tappeto. Attualmente va detto: il protocollo rende complicata il binomio attività sportiva-attività lavorativa e, nota bene, l’attività sportiva non intesa come tale ma bensì come aggregazione.

Il “Caso Biassono”: i rossoblù fermi da 10 giorni e c’è chi medita l’addio

Se tutto questo discorso suona smielato e forse troppo “catastrofico” forse bisognerebbe sentire chi una situazione al limite la sta vivendo, e ad oggi l’esempio più lampante è quello del Biassono che sta vivendo giorni complicati sia a livello prettamente umano e poi, quando tutto finirà, inizieranno anche i problemi sportivi. «Chi non vive questa situazione – afferma il DS rossoblù Alessio Sangalli – forse non ha chiaro come stanno realmente le cose. Il problema per i ragazzi è il lavoro. Anche se adesso come si vocifera che vogliono abbassare la quarantena a 10 giorni il problema per i ragazzi resta. Da noi a Biassono sono 10 giorni che l’ATS ci ha bloccato l’attività sportiva e ha costretto i ragazzi in casa. Il tutto pur riscontrando due volte la negatività dei ragazzi: il calcio in questo momento, ai nostri, livelli forse va messo in secondo piano. Per fare capire quando sia delicata la situazione, per lo meno in casa nostra, non nego che ci sono ragazzi che stanno seriamente valutando di smettere almeno fino a quando la situazione non si possa definire tranquilla per paura di perdere il posto di lavoro».

Detto delle preoccupazioni in ambito umano, legato a quarantena e altro, in casa Biassono il DS Sangalli guarda anche oltre evidenziando come anche una volta che lo scoglio quarantena e tamponi sarà superato per loro sarà molto dura a livello sportivo. «Vista la nostra situazione, dopo essere stati fermati nei match di domenica scorsa e anche l’altra, abbiamo già provveduto a fare richiesta di rinviare le gare in programma giovedì sera e questa domenica. Quando tutto finirà, e noi speriamo tra due domeniche di tornare in campo, per noi sarà la seconda partita mentre per la maggior parte delle nostre avversarie già la sesta. Il problema non è tanto la condizione atletica, che comunque ha il suo peso, quanto i recuperi che sicuramene verranno inseriti nella pausa natalizia costringendo i ragazzi anche magari a dover rinunciare alle vacanze o a quei 3/4 da trascorre via per Capodanno. Qui a Biassono siamo tutti molto titubanti».

Dunque per il momento si va avanti.

FOTO: Pallazzi

Valerio Amati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *